Teatro Acacia, NAPOLI

IL GIORNO DELLA CIVETTA

29.10.2010

Dettagli evento

SEBASTIANO SOMMA in
“Il giorno della Civetta”
di Leonardo Sciascia
adattamento teatrale di Gaetano Aronica
Con la partecipazione di ORSO MARIA GUERRINI
regia Fabrizio Catalano



con la partecipazione di ORSO MARIA GUERRINI

Data spettacolo Ora
giovedì 18/11/2010 21,00
venerdì 19/11/2010 21,00
sabato 20/11/2010 18,00
sabato 20/11/2010 21,00
domenica 21/11/2010 18,00

Recensione:
Un paese di poche migliaia di abitanti, nell’entroterra siciliano. Un freddo mattino d’inverno. La luce d’un pallido sole riflessa sull’asfalto bagnato. Una piazza. Un autobus – il motore già acceso – che s’appresta a partire. Gli ultimi passeggeri s’affrettano a salire, mentre gli altri aspettano fiduciosi la partenza dell’autobus, dietro i finestrini appannati. Un uomo, vestito di scuro, s’avvicina, di corsa. Posa il piede sinistro sul predellino dell’autobus, sta per rivolgersi all’autista. All’improvviso, un bagliore, seguito da un rumore sordo: l’uomo rimane quasi sospeso, per qualche istante, prima di afflosciarsi sull’asfalto. Morto. "Il giorno della civetta" racconta la storia dell’inchiesta condotta, a partire da questo omicidio, da un capitano dei

carabinieri appena arrivato in Sicilia, dalla lontana Parma, all’inizio degli anni ’60. Il capitano Bellodi è un uomo onesto ed intelligente, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere. Davanti a lui, c’è adesso un cammino lungo, faticoso, irto di ostacoli. In fondo a questo percorso, c’è la verità; ma la verità, spesso, in Sicilia, ha troppe facce. Nella riduzione teatrale de "Il giorno della civetta" che intendiamo mettere in scena, l’azione si svolge in una Sicilia trasfigurata, territorio dell’anima prima ancora che elemento geografico. Oggi, guardandoci intorno, leggendo i giornali, viaggiando, possiamo, in tutta sincerità, dire che soltanto in Sicilia i soprusi e le ingiustizie vengono imposti con la violenza? Ed in Italia, in Europa, nel mondo, non vige forse la legge del più forte? Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore. Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono. Ritengo che “Il giorno della civetta” debba essere messo in scena. Credo che ci sia bisogno di parlare di giustizia, ci sia bisogno di un’ostinata ricerca della verità, anche là dove questa verità inevitabilmente sfugge, ci sia bisogno di un capitano Bellodi, del suo volersi “rompere la testa” contro un muro che a quaranta anni di distanza è ancora solido e ben protetto. Considero “Il giorno della civetta” un romanzo di inquietante attualità. Gli interrogativi che Sciascia poneva nel 1961 rimangono ancora aperti, le zone d’ombra non ancora chiarite. L’ambientazione dovrebbe andare aldilà del realismo. A tratti surreale, brevissimi tratti, soprattutto nella parte superiore della scena, la zona “metafisica”, ma il più delle volte iperrealista, con oggetti e colori fuori dal tempo, ma essenziali, simbolici. Per dare quest’impressione, la scena tridimensionale, vera e la recitazione immediata dovrebbero è inserita in un clima da pietra lavica, scuro, con poche forti macchie di colore. Perché così è la Sicilia.

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